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Ero stanca e non me ne ero mai accorta. Certo mi ero sentita stanca della guerra, stanca di quello che facevo, ma il tipo di stanchezza che avvertivo ora era diverso: era, potrei dire, profonda e generale, radicata in me, fino all’ultima fibra e aveva radici lontane. Era una stanchezza che non derivava dalle cose terribili che avevo visto, non era data dalla disperazione o dalla paura, era una stanchezza che nasceva anche dalle cose belle che avevo avuto e per questo mi pareva insopportabile". "Siamo come pesci in un acquario: crediamo che il vetro trasparente nasconda chissà quali orizzonti di libertà, ma la crudeltà della vita è tale che, una volta frantumato il vetro, noi moriremo in un’agonia gocciolante". CECILIA TANZI è nata e vive a Parma. E' un'attenta studiosa e conoscitrice di cultura post rivoluzione francese e della pittura europea tra i secoli XIX e XX. Scrive poesie e racconti. Nel 1999 ha vinto il premio "Giovanni Guareschi" con il racconto "16 minuti". Ama la fotografia e nel 2003 ha allestito una piccola personale alla Galleria Muratori di Modena con tema il mare. Con questa casa editrice ha pubblicato il romanzo Il gallerista (2012).
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